giovedì 27 febbraio 2014

Come da titolo

M'ammazzo. E torno.
A più riprese.
Io che amo la vita, chissà perché finisco sempre con l'accompagnarmi a chi mi fa desiderare la morte.
Grazie, di nuovo, per aver esorcizzato la mia atavica paura della morte facendomela invece desiderare.
Alla guida è irresistibile immaginarmi andare dritta dove la strada curva, schiantandomi contro qualcosa, qualunque cosa, che possa finalmente liberarmi dall'angoscia ed emettere l'ultimo sospiro, di sollievo.

La mia vita è una merda, e non è consolante la consapevolezza che la colpa è mia, perché scelgo deliberatamente persone e circostanze che mi svalutano, mi denigrano, mi distruggono.
E' strano, perché non sono masochista, ed in realtà è proprio per questo che, anziché goderne, soffro.

Ho creduto e a tratti credo ancora in tanti di voi, che mi calpestate di continuo.
Mi fanno male i lineamenti del viso trasfigurati dalle vostre scarpe infangate che mi camminano sopra sprezzanti.

Immagino di morire. Ancora.

Lascio sulla terra quel piccolo sogno ribelle che è la mia bambina. E uno sproposito di imbecilli. E un'illusione d'amore impalpabile come un fuoco fatuo.
Non vi mancherò.
Ma a me voi mancate già terribilmente.

Mi impedirà mai qualcuno di tatuarmi le stimmate, come davvero desidero?
Mi apprezzerà mai qualcuno per questo, e per tutto il resto della mia persona?

L'unico modo per tentare di sopravvivere è (trovare il tempo per) sfogarmi sul blog, e nella vita comportarmi (il più possibile) come se nulla fosse accaduto.

(Immagine: http://www.artfire.com/ext/shop/studio/tinybully)